Internazionalizzare il proprio business in America: una panoramica

L'America rappresenta il sogno, nell'immaginario italiano, di una terra ricca di opportunità. Per cogliere queste opportunità, però, bisogna essere ben preparati: il senso degli affari negli States è, per certi aspetti, molto diverso da quello europeo. È proprio con l’Italia, tuttavia, che gli Stati Uniti hanno un rapporto privilegiato: gli americani serbano una predilezione speciale per alcune categorie di prodotti italiani, e non a caso gli USA rappresentano uno dei mercati più favorevoli per l’export del Made in Italy. Gli Stati Uniti sono il terzo mercato di esportazione per l’Italia, dopo Germania e Francia, con una quota dell’8,9% sul nostro export (36,9 miliardi di Euro nel 2016). Tra i paesi dell’UE, invece, l’Italia si conferma il quarto fornitore degli USA, dopo Germania, Regno Unito e Francia.
In questo white paper scoprirai quali sono i settori principali del mercato americano in cui l’Italia può inserirsi, quali sono i rapporti fra Italia e Stati Uniti, e qualche considerazione interessante sulle opportunità commerciali tra i due Paesi.
Il mercato americano: il quadro generale
Negli Stati Uniti si trovano già oltre 1.000 aziende italiane: la maggior parte sono società commerciali, ma vi sono anche impianti produttivi per un totale dell’8,8% circa. Secondo i dati ISTAT, nel 2016 è continuato il trend positivo negli scambi tra Italia e USA: l’interscambio bilaterale ha raggiunto la cifra di 50,6 miliardi di Euro, un dato incrementale rispetto agli anni precedenti.
Dire “Stati Uniti”, però, significa comprendere un’area geografica di circa 9 milioni di km2: non esattamente una zona circoscritta.
E allora, dove sono più presenti le aziende italiane in questo vasto territorio?
Le imprese sono concentrate principalmente nelle regioni nord-orientali (34%), in particolare in prossimità della costa, e meridionali (33%), seguite dal Mid-West (21%) e dall'Ovest (12%). In generale, gli Stati dove si registrano le maggiori presenze di aziende italiane sono: New York (20% delle aziende), Florida (13%), California (9%), Illinois (8%) e New Jersey (7%). Seguono Georgia, North Carolina e Michigan.
I dati recentemente pubblicati dal Bureau of Economic Analysis - BEA confermano la solidità del quadro economico statunitense: la fase di espansione dell'economia statunitense, iniziata nella seconda metà del 2009, prosegue fino al quarto trimestre del 2017, con una stima di crescita del PIL pari al 2,6% annuo.
Tra le merci italiane dirette verso gli Stati Uniti si registra una varietà di prodotti pregiati, grazie ai quali il nostro Paese ha guadagnato una posizione di rilievo irraggiungibile e inimitabile nonostante i molti tentativi.
La presenza dei prodotti italiani riguarda maggiormente i settori di meccanica e mezzi di trasporto (32%), arredamento-edilizia (14%), abbigliamento e accessori (11%), agroalimentare (9%).
Gli Stati Uniti, quindi, si presentano come un mercato dinamico e in crescita, molto legato al Made in Italy: tutti motivi favorevoli per iniziare un percorso di internazionalizzazione.
Opportunità di mercato per gli imprenditori italiani
I settori economicamente più attrattivi, per le aziende italiane che vogliono internazionalizzare negli Stati Uniti, sono:
— Beni di consumo
In particolare per la sezione dei beni di alta qualità, l’Italia si trova in una posizione favorevole per il commercio negli Stati Uniti. Il mercato statunitense è il primo al mondo per il numero di famiglie con reddito annuo disponibile di almeno 300.000 dollari, e ciò ne fa il settore principale per quanto riguarda i beni di lusso. Moda e abbigliamento, accessori di classe, produzioni vitivinicole, olio, pasta e prodotti pregiati in genere: la produzione italiana soddisfa egregiamente le esigenze del mercato statunitense per ciò che riguarda i prodotti di alto livello. Una sfida da affrontare è capire come espandere questo dominio anche sul mercato “intermedio” degli Stati Uniti: una possibilità in più per internazionalizzare il proprio business.
— Informatica e telecomunicazioni (ICT)
Un buon numero di nuove tecnologie, come l’Internet delle cose (IoT), le piattaforme cloud, le applicazioni mobili, il data mining, l’analisi dei dati (Big Data) e così via, stanno subendo un forte incremento di domanda negli Stati Uniti. Infatti, il settore ICT negli USA è in forte espansione e rappresenta, per le aziende straniere, un’opportunità di vendita da non sottovalutare. La Telecommunication Industries Association (TIA) ha stimato che gli Stati Uniti detengano il 28,1% del mercato mondiale dell’ICT e che nel 2017 la spesa per le importazioni del settore si è attestata intorno ai 234 miliardi di dollari, ma non solo: sarà sempre più in crescita negli anni a venire.
— Chimica e farmaceutica
Gli Stati Uniti sono i maggiori consumatori di principi attivi farmaceutici (Active Pharmaceutical Ingredients - APIs) nel mondo, con una domanda che supera il 50% del mercato mondiale. L’industria italiana in campo farmaceutico, che mediamente esporta l’85% del totale, fornisce il 40% dei suoi prodotti agli States. Anche se deve contrastare l’avanzata di Paesi come Cina e India, il mercato americano è favorevole ad un’apertura e l’Italia si trova in una buona posizione per accrescere la sua presenza.
Nello specifico, le industrie farmaceutiche italiane sono riconosciute a livello internazionale per l’elevata qualità, tecnologia e know how di produzione: un vantaggio competitivo che può significare il successo del processo di internazionalizzazione.
— Life sciences
Questo comparto si può definire multi-settoriale: per “life sciences”, infatti, s’intende:
-
biotecnologie rosse (salute: medicinali e prodotti farmaceutici);
-
biotecnologie bianche (industria: prodotti biochimici, processi industriali e
risorse energetiche;
-
biotecnologie verdi (agricoltura e materie prime agricole, tecnologie
ecologiche e sostenibilità ambientale).
Ma non solo: l’ambito si allarga anche alle attrezzature e dispositivi bio- medicali, alla ricerca e sperimentazione e alle banche degli organi e del sangue.
L’industria delle life sciences è tra quelle più innovative negli States e continua ad cercare risorse per far fronte alla sempre crescente domanda di prodotti farmaceutici: la California e il Massachusetts sono i due Stati in cui gli USA concentrano circa la metà dell’investimento totale.
— Automotive
L’Italia è il nono fornitore degli USA per il settore automotive, con un valore di 626 milioni di dollari nel 2016. All’interno della Comunità Europea è secondo soltanto alla Germania.
Il settore automobilistico offre buone prospettive alle aziende italiane, sia per incrementare le esportazioni in questo mercato, sia per creare insediamenti al fine di dar vita ad una presenza di produzione diretta negli USA, così come hanno scelto di procedere Fiat Chrysler e Alfa Romeo.
Un altro aspetto da considerare, per chi vuole inserirsi in questo settore, è la quota complessiva dei veicoli green - ibridi, elettrici e a idrogeno - che per la prima volta nel 2018 supererà il 4% della produzione totale.
— Meccanica strumentale
Secondo un recente rapporto dell’associazione “Manufacturers’ Alliance for Productivity and Innovation” (MAPI), la percentuale di crescita della produzione manifatturiera dovrebbe superare quella del PIL con un + 3,0% nel 2017 ed un +2,8% nel 2018. I settori che hanno mostrato il maggior incremento, sono: macchine per stampa (+49,1% rispetto al 2015); macchine per la lavorazione del marmo e della pietra (+31,4%); macchine per la lavorazione del legno (+18,2%) e macchine alimentari (+15,9%).
L'industria statunitense sta attraversando una fase di cambiamento, ed è previsto un ampio livello di turnover dei macchinari. Le previsioni, però, predicono anche il mantenimento di un alto livello qualitativo, unito alla volontà di contenimento dei costi produttivi: per la tecnologia italiana continuano ad esserci buone opportunità, soprattutto laddove si riesca ad offrire soluzioni tecnologiche di qualità.
Analisi SWOT
Il primo approccio al mercato americano può essere complicato se non se ne ha una conoscenza approfondita. In questo senso un’analisi SWOT può dare molte informazioni utili: essa è uno strumento di pianificazione strategico usato per valutare i punti di forza (Strengths), le debolezze (Weaknesses), le opportunità (Opportunities) e le minacce (Threats) che si possono presentare all’interno dell’economia del Paese in cui si vuole internazionalizzare. Secondo un’elaborazione dell’Ambasciata d'Italia sui dati del World Economic Forum - Global Competitiveness Index, questa è l’attuale composizione del mercato americano.
Una matrice SWOT offre una panoramica completa degli elementi a cui fare attenzione nel momento in cui si prende in considerazione l’idea di portare il proprio business oltre oceano. Può sembrare un panorama complicato, ma affidandoti a chi ha la giusta esperienza nel campo dell’internazionalizzazione negli Stati Uniti, potrai sfruttare tutte le opportunità e i punti di forza del mercato americano senza correre pericoli.
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