Il mercato Americano e i processi di internazionalizzazione

L'America rappresenta il sogno, nell'immaginario italiano, di una terra ricca di opportunità. Per cogliere queste opportunità, però, bisogna essere ben preparati: il senso degli affari negli States è, per certi aspetti, molto diverso da quello europeo. È proprio con l’Italia, tuttavia, che gli Stati Uniti hanno un rapporto privilegiato: gli americani serbano una predilezione speciale per alcune categorie di prodotti italiani, e non a caso gli USA rappresentano uno dei mercati più favorevoli per l’export del Made in Italy.
Infatti, l’Italia tra i Paesi europei, è il quinto partner commerciale degli Stati Uniti per quanto riguarda le importazioni americane.
Vuoi conoscere i processi di internazionalizzazione negli Stati Uniti, le domande più frequenti e cosa rende gli USA un mercato così appetibile? Leggi gli articoli riportati qui di seguito!
- Il mercato USA: trend e previsioni
- I 5 motivi per cui gli USA sono un mercato appetibile per il Made in Italy
- Esportare in USA: le domande più frequenti
- Internazionalizzare il proprio business in America: una panoramica
- Internazionalizzazione: quali domande porsi prima di esportare
- Presidiare il mercato statunitense: paure e dubbi degli imprenditori italiani
- Internazionalizzare il proprio business: i vantaggi
1. Il mercato USA: trend e previsioni
Gli Stati Uniti sono ancora la meta di coloro che, armati di coraggio, ambizione e spirito imprenditoriale, decidono di internazionalizzare il proprio business investendo nel mercato a stelle e strisce, il quale dimostra di apprezzare il made in Italy (ne abbiamo già parlato all'articolo “Internazionalizzare il proprio business in America: una panoramica”).
Lo sapevi che l’Italia, tra i Paesi europei, è il quinto partner commerciale degli Stati Uniti per quanto riguarda le importazioni americane?
Quali sono i settori USA in cui vale la pena investire? Quali le previsioni di mercato per l’immediato futuro?
USA: lo scenario attuale del mercato
Anni difficili di stagnazione e una congiuntura sfavorevole hanno messo a dura prova le imprese che precursori nei tempi avevano tentato l'internazionalizzazione negli Stati Uniti. Ad oggi le prospettive sono tornate favorevoli: il merito è da ricercare principalmente in una struttura economica più snella, dinamica e meno legata a quella burocrazia che spesso in Italia viene giudicata eccessivamente vincolante per il mondo dell’impresa.
I settori che offrono le maggiori opportunità di investimento ci sono:
-
il comparto delle costruzioni;
-
le energie rinnovabili (gli Stati Uniti sono i leader nella produzione, nella fornitura e nel consumo di energia);
-
la ristorazione e il settore alimentare;
-
il settore immobiliare;
-
il comparto dei macchinari e dei beni industriali.
Previsioni e dati sul mercato americano
Un’iniezione di liquidità per il sistema americano, necessaria allo sviluppo infrastrutturale fortemente voluto dalla politica economica intrapresa da Trump, porta stime favorevoli: entro il 2030 gli USA raggiungeranno l’indipendenza energetica.
In quest'ottica quali sono i benefici per gli imprenditori italiani?
Molti, perché il pilastro dell'export italiano in America è rappresentato proprio dai macchinari, i beni industriali e i prodotti/servizi connessi all’impiantistica, che possono garantire un rapporto duraturo fra le parti grazie ai servizi post-vendita come la manutenzione.
La strategia di internazionalizzazione, richiede uno studio a priori che deve essere fatto con un partner affidabile, che conosca il mercato americano e le sue dinamiche e che possa definire tutti gli step di una corretta strategia di ingresso.
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2. I 5 motivi per cui gli USA sono un mercato appetibile per il Made in Italy
A quanti di noi è capitato almeno una volta di andare in un Paese straniero e imbatterci subito in negozi di abbigliamento o ristoranti italiani?
Apprezzato in tutto il mondo, il Made in Italy produce ricchezza, puntando all'alta qualità e all'innovazione in ogni settore. Le caratteristiche più ricercate dai mercati globali sono la versatilità, la creatività, il designe la propensione al tailor-made.
Sebbene l'eccellenza delle piccole e medie imprese italiane venga ricercata ovunque nel mondo, c'è un Paese che apprezza il Made in Italy sempre più: gli Stati Uniti.
Ma quali sono i motivi per cui gli USA sono un territorio così appetibile per l'imprenditoria italiana? E perché i nostri imprenditori dovrebbero puntare a un processo di internazionalizzazione aziendale proprio in questo territorio?
1. Think big!
Gli Stati Uniti: la potenza mondiale per eccellenza, 320 milioni di abitanti, il terzo paese più esteso al mondo. Tre considerazione che fanno riflettere: investire in un mercato così grande, può garantire una competitività maggiore.
A cosa fare attenzione? Un mercato così vasto e caratterizzato da una domanda interna importante potrebbe diventare anche una barriera all'ingresso.
Per sfruttare al meglio quest'opportunità, ti consigliamo di disporre di sufficienti risorse per affrontarlo e di fare affidamento su un partner di fiducia. Approfondisci il tema all’articolo “Internazionalizzazione e burocrazia: scegli Si-Log Network come tuo partner”.
2. Attrattività del mercato
L'etichetta del "Made in Italy" è sinonimo di artigianalità ed eleganza. In un territorio in cui sono le multinazionali a fare da protagoniste, la sartorialità del prodotto manifatturiero italiano è sempre più ricercata.
Per questo motivo, cercare di penetrare il mercato negli USA sarà conveniente, in quanto si avrà una maggiore probabilità di trovare operatori interessati ai prodotti o servizi offerti dalla tua impresa.
3. Un paese pro-business
Gli USA sono un Paese dal respiro fortemente internazionale e sono sempre più aperti e pronti ad accogliere nuove idee di business. Questo fatto è dimostrato anche da una burocrazia snella, che favorisce l'apertura di una potenziale società nel territorio e, da una multi-culturalità che pervade non solo gli aspetti sociali ma anche quelli economici degli Stati Uniti.
Portare il tuo business in America, quindi, significa aprirsi ad un mercato in cui le diversità intrinseche dei prodotti sono ben accette.
4. USA: sinonimo di prestigio
Esportare in USA significa prestigio assicurato: considerati dal resto del mondo come la culla delle migliori idee di business innovative, per l'azienda italiana che decide di entrare nel nel mercato americano significa godere di una maggiore visibilità a livello globale.
5. Prospettive di accordo USA-UE
Nonostante la spinta nazionalista dell'ultimo periodo, la politica commerciale americana sta cercando di favorire i rapporti commerciali con l'Europa al fine di garantire una maggiore integrazione dei due mercati.
In conclusione, l’internazionalizzazione non è sicuramente un processo da sottovalutare: l’imprenditore che vuole affrontare questa strada deve decidere cosa esportare, scegliere i canali giusti e l’area adatta da presidiare.
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3. Esportare in USA: le domande più frequenti
Gli imprenditori italiani guardano ancora con interesse all’internazionalizzazione negli Stati Uniti? Certamente, l’economia degli Stati Uniti rimane ancora tra le più floride e competitive al mondo: un'attratività che è una leva importante.
Prima di iniziare un simile percorso, però, ci si pone una serie di domande. Quali sono le più frequenti? Tentiamo di fornire qualche risposta sulla base dei consigli forniti da ICE.
1. Per un imprenditore italiano, quali sono i settori del mercato americano in cui conviene investire?
Per il Made in Italy, i settori economicamente più attrattivi del mercato statunitense sono:
- beni di consumo;
- informatica e telecomunicazioni;
- chimica fine/farmaceutica;
- Life Sciences;
- automotive;
- meccanica strumentale.
2. Quali sono i migliori canali di vendita?
La scelta del giusto canale di vendita è un passaggio fondamentale nella strategia di ingresso su un nuovo mercato. Negli Stati Uniti i più frequentemente utilizzati sono:
- buyer;
- partecipazione a fiere specializzate;
- agenti/broker;
- joint venture;
- licensing;
- commercio elettronico;
- canali televisivi di vendita;
- franchising;
- commesse pubbliche.
3. Regole, usi e costumi del mercato americano: quanto sono importanti per chi vuole esportare?
Le regole americane, giuridiche e commerciali, nonché gli usi e i costumi d’affari, sono diversi da quelli vigenti in Italia e sono fondamentali per interagire al meglio con la cultura locale. Per un approfondimento su questo tema puoi leggere anche “Interagire con la cultura americana: la soluzione di SI-Log Network”.
Gli Stati Uniti sono retti da un ordinamento di tipo federale: si compone degli ordinamenti propri dei 50 Stati che ne fanno parte, più il District of Columbia. Ciascuno di questi è caratterizzato da una propria giurisdizione, la quale si somma all’ordinamento elaborato dal Governo Federale.
4. Costituzione societaria: come fare?
Costituire una società negli Stati Uniti per poter svolgere la propria attività in loco è molto spesso la scelta migliore per le imprese.
La costituzione di una società negli USA rappresenta un’operazione abbastanza semplice dal punto di vista procedurale, il cui disbrigo avviene nel giro di 48 ore e, a seconda dei casi, anche meno.
Da sottolineare come: le entità societarie negli USA sono soggette ad una serie di imposizioni fiscali, sia sul piano federale (uguale per tutti gli Stati), sia su quello dello Stato di costituzione e su quello degli Stati in cui si svolge l’attività d’impresa.
Queste sono solo alcune delle domande a cui gli imprenditori cercano risposta quando considerano di internazionalizzare la propria impresa. Appoggiarsi ad un partner affidabile e che abbia un’esperienza provata permetterà di sciogliere ulteriori dubbi.
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4. Internazionalizzare il proprio business in America: una panoramica
L'America rappresenta il sogno, nell'immaginario italiano, di una terra ricca di opportunità. Per cogliere queste opportunità, però, bisogna essere ben preparati: il senso degli affari negli States è, per certi aspetti, molto diverso da quello europeo.
È proprio con l’Italia, tuttavia, che gli Stati Uniti hanno un rapporto privilegiato: gli americani serbano una predilezione speciale per alcune categorie di prodotti italiani, e non a caso gli USA rappresentano uno dei mercati più favorevoli per l’export del Made in Italy.
Gli Stati Uniti sono il terzo mercato di esportazione per l’Italia, dopo Germania e Francia, con una quota di 8,9% sul nostro export (36,9 miliardi di Euro nel 2016).
Tra i paesi dell’UE, invece, l’Italia si conferma il quarto fornitore degli USA, dopo Germania, Regno Unito e Francia.
Il mercato americano: il quadro generale
Negli Stati Uniti si trovano già oltre 1.000 aziende italiane: la maggior parte sono società commerciali, ma vi sono anche impianti produttivi per un totale dell’ 8,8% circa.
Dire “Stati Uniti”, però, significa comprendere un’area geografica di circa 9 milioni di km2: non esattamente una zona circoscritta.
Dove sono più presenti le aziende italiane in questo vasto territorio?
Le imprese sono concentrate principalmente nelle regioni nord-orientali (34%), in particolare in prossimità della costa, e meridionali (33%), seguite dal Mid-West (21%) e dall'Ovest (12%). In generale, gli Stati dove si registrano le maggiori presenze di aziende italiane sono: New York (20% delle aziende), Florida (13%), California (9%), Illinois (8%) e New Jersey (7%). Seguono Georgia, North Carolina e Michigan.
Opportunità di mercato per gli imprenditori italiani
I settori economicamente più attrattivi, per le aziende italiane che vogliono internazionalizzare negli Stati Uniti, sono:
— Beni di consumo
In particolare per la sezione dei beni di alta qualità, l’Italia si trova in una posizione favorevole per il commercio negli Stati Uniti. Una sfida da affrontare è capire come espandere questo dominio anche sul mercato “intermedio” degli Stati Uniti: una possibilità in più per internazionalizzare il proprio business.
— Informatica e telecomunicazioni (ICT)
Un buon numero di nuove tecnologie, come l’Internet delle cose (IoT), le piattaforme cloud, le applicazioni mobili, il data mining, l’analisi dei dati (Big Data) e così via, stanno subendo un forte incremento di domanda negli Stati Uniti.
— Chimica e farmaceutica
Gli Stati Uniti sono i maggiori consumatori di principi attivi farmaceutici (Active Pharmaceutical Ingredients - APIs) nel mondo, con una domanda che supera il 50% del mercato mondiale. L’industria italiana in campo farmaceutico, che mediamente esporta l’85% del totale, fornisce il 40% dei suoi prodotti agli States.
— Life sciences
Questo comparto si può definire multi-settoriale: per “life sciences”, infatti, s’intende:
-
biotecnologie rosse (salute: medicinali e prodotti farmaceutici);
-
biotecnologie bianche (industria: prodotti biochimici, processi industriali e
risorse energetiche;
-
biotecnologie verdi (agricoltura e materie prime agricole, tecnologie
ecologiche e sostenibilità ambientale).
— Automotive
L’Italia è il nono fornitore degli USA per il settore automotive, con un valore di 626 milioni di dollari nel 2016. All’interno della Comunità Europea è secondo soltanto alla Germania.
Un altro aspetto da considerare, per chi vuole inserirsi in questo settore, è la quota complessiva dei veicoli green - ibridi, elettrici e a idrogeno.
— Meccanica strumentale
Nello specifico del settore le aree che hanno mostrato il maggior incremento, sono: macchine per stampa (+49,1% rispetto al 2015); macchine per la lavorazione del marmo e della pietra (+31,4%); macchine per la lavorazione del legno (+18,2%) e macchine alimentari (+15,9%).
Analisi SWOT
Il primo approccio al mercato americano può essere complicato se non se ne ha una conoscenza approfondita. In questo senso un’analisi SWOT può dare molte informazioni utili: essa è uno strumento di pianificazione strategico usato per valutare i punti di forza (Strengths), le debolezze (Weaknesses), le opportunità (Opportunities) e le minacce (Threats) che si possono presentare all’interno dell’economia del Paese in cui si vuole internazionalizzare.
Può sembrare un panorama complicato, ma affidandoti a chi ha la giusta esperienza nel campo dell’internazionalizzazione negli Stati Uniti, potrai sfruttare tutte le opportunità e i punti di forza del mercato americano senza correre pericoli.
5. Internazionalizzazione: quali domande porsi prima di esportare
Internazionalizzazione aziendale: questo è un termine ormai molto diffuso. Se in passato l’idea di espandere il proprio business all’estero non veniva presa in considerazione molto spesso, oggi invece sembra essere diventato un vero e proprio trend delle piccole e medie imprese italiane.
Portare i propri prodotti all’estero, però, non è un’azione da sottovalutare: l’internazionalizzazione infatti è un processo che richiede convinzione, impegno e forza di volontà.
Quali sono dunque le domande che un piccolo imprenditore dovrebbe porsi, in vista dell’internazionalizzazione della propria azienda? Scopriamole insieme.
Il mio prodotto può avere davvero successo all'estero?
L'Italia può vantare una produzione manifatturiera di altissimo livello: Moda, lusso, design, buona cucina questi i settori in cui l'imprenditoria italiana fa la differenza rispetto agli altri player internazionali.
Per avere successo al di fuori del mercato locale bisogna essere convinti del prodotto che si andrà a vendere, bisogna identificare la propria Unique Selling Proposition e porvi l’accento.
In quale Paese è meglio avviare il processo di internazionalizzazione della mia azienda?
Capire in quale Stato il proprio business potrà avere successo è una delle cose fondamentali a cui pensare. La risposta a questo dubbio sarà decisiva per poter pianificare tutte le scelte future da intraprendere. Ogni Paese infatti ha abitudini, modello di business e norme differenti: ricordati di tenerne conto!
Quali sono le norme da prendere in considerazione nel Paese verso il quale si vuole internazionalizzare?
Dal momento che il processo di internazionalizzazione aziendale richiede pazienza e particolari conoscenze, è importante chiedersi quali siano le normative che regolano il commercio fra il proprio Paese e quello di destinazione. In questa fase sarebbe opportuno relazionarsi con un consulente qualificato, al fine di reperire le giuste informazioni e per non cadere in errore. Ad esempio, vuoi saperne di più sul mercato americano? Leggi l’articolo “Presidiare il mercato statunitense: paure e dubbi degli imprenditori italiani”.
Devo conoscere bene la cultura del Paese di destinazione della mia azienda in futuro?
La risposta è sì. Prima di avviare un processo di internazionalizzazione, è fondamentale capire lo stile di vita, le abitudini e la cultura della popolazione che ci vive; solo in questo modo per l’imprenditore italiano sarà possibile capire a che target destinare il proprio prodotto e quali attività di marketing e comunicazione mettere in atto.
Quanto è importante valutare la concorrenza nel mercato di destinazione?
Per orientare la scelta riguardo al Paese per internazionalizzare il tuo business, è consigliabile eseguire uno studio preliminare per capire e analizzare il mercato: quanti potenziali competitor dovrai affrontare, in che modo gli stessi svolgono il tuo lavoro? Nel piano di fattibilità del tuo progetto di internazionalizzazione devi considerare come punto fondamentale la concorrenza locale: anche se il tuo prodotto arriva da lontano, subirà le stessi leggi di mercato degli altri. Questo studio ti aiuterà a comprendere meglio come presidiare il mercato in cui andrai a espanderti.
In conclusione, al giorno d’oggi le imprese che hanno capito il valore aggiunto che può dare l’espansione in un mercato estero sono davvero tante: per riuscire ad emergere in questo mercato competitivo, però è importante seguire questi consigli passo dopo passo.
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6. Presidiare il mercato statunitense: paura e dubbi degli imprenditori italiani
La manifattura italiana è molto apprezzata negli Stati Uniti: sono infatti, tra quei che apprezzano maggiormente l'arte del "bello e ben fatto".
Sono molte le piccole medie imprese che sono riuscite ad andare oltreoceano ed espandere la propria area di interessi; ma sono ancora molti i piccoli imprenditori italiani che sognano di fare questo ulteriore step e vedere negli Stati Uniti un nuovo mercato da scoprire e presidiare.
Mercato americano e made in Italy: una panoramica
Arredamento e design, fashion, Food&Beverage: i mercati in cui eccelle l’imprenditoria italiana.
La richiesta di prodotti Made in Italy nel mondo è cresciuta del 7,4%, e negli Stati Uniti raggiunge il record storico per un importo complessivo per la prima volta superiore a 40 miliardi di euro.
Lusso, prodotti alimentari con un'attenzione al mercato vinicolo d’esportazione, design e macchinari sono i settori del made in Italy, che sono maggiormente competitivi.
Export: le cause frenanti interne all'azienda
Una piccola azienda che non conosce tutte le informazioni necessarie per presidiare un mercato così vasto ed eterogeneo: è questo il limite principale delle aziende italiane che non riescono a fronteggiare la sfida dell'internazionalizzazione
Gli impedimenti esterni
Tra le principali difficoltà esogene nell'affrontare un nuovo mercato troviamo:
- mancanza di una rete di contatti;
- mancanza di fonti di finanziamento e assicurazione nel paese di arrivo;
- impedimenti di natura amministrativa e burocratica;
- impedimenti normativi.
La realtà statunitense complessa: ma ricca di possibilità
Entrare nel mercato americano non è impossibile, è un’ottima possibilità per chi vuole internazionalizzare il proprio Made in Italy. Certamente è una realtà caratterizzata da un livello di competitività molto più alto rispetto a quello europeo, bisogna essere consapevoli che il requisito fondamentale per internazionalizzare è uno solo: essere organizzati. Da qui parte la sfida per ampliare le prospettive ad un nuovo business!
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Internazionalizzare il proprio business: i vantaggi
L'asse portante dell'economia italiana è rappresentata dalle PMI: rappresentano circa il 99% del totale delle imprese italiane. Quali saranno le future sfide da affrontare per affermarsi anche a livello mondiale?
Tra le più quotate rientrano i mutamenti rapidi della tecnologia e la globalizzazione: uno scenario in continua evoluzione, in cui una delle strade per implementare il proprio business è quella rappresentata dall’internazionalizzazione aziendale.
Perché internazionalizzare il proprio business?
I quattro principali vantaggi di un processo di internazionalizzazione sono:
1. Crescita ed espansione dei propri affari
2. Promozione del Made in Italy nel mondo
3. L’incontro di due culture è sempre un arricchimento
4. Oltre la globalizzazione: il fenomeno della “glocalizzazione”
Per coglierne tutti i vantaggi, tuttavia, sarà responsabilità dell’imprenditore fare le scelte giuste per ampliare il proprio business nei Paesi prescelti. Il consiglio più importante: affidarsi ad un partner preparato, che possa essere un vero valore aggiunto durante tutto il percorso di internazionalizzazione.
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